Escursioni e itinerari
Villa Ducale a Stresa
Quando venne costruita, nella seconda metà del 700, gli stresiani le misero il soprannome di “villa d’oro”, a farla costruire fu Giacomo Filippo Bolongaro, che partito da ragazzo per l’estero tornò in vecchiaia a Stresa molto ricco, grazie alla fortuna accumulata in Germania ed Olanda, volle costruire questa villa monumentale per riposarsi e per dimostrare a tutti che con determinazione e duro lavoro si possono raggiungere traguardi importanti. La leggenda narra che Giacomo Filippo oltre ad ospitare forestieri sia ricchi che poveri, quando un ragazzo stresiano stava per partire per terre lontane, regalasse un vestito nuovo, augurandogli buona fortuna.
Nei primi decenni dell’800 un giovane abate trentino, Antonio Rosmini arrivò a Stresa, andò subito a genio alla propietaria della villa, Anna Maria Bolongaro, a talpunto che gli lasciò la villa in eredità, con gratitudine per il bene fatto alla popolazione della cittadina.
Durante il soggiorno del Rosmini, la villa diventò un luogo di ritrovo di cultura internazionale, per citare alcuni nomi, Alessandro Manzoni, San Giovanni Bosco, il marchese Gustavo di Cavour (fratellodi Camillo), oltre a cardinali, e con alcuni di loro intratteneva animate conversazioni riportate poi nel libro “le Stresiane” di Ruggero Bonghi.
Furono però Manzoni e Rosmini i più assidui, lo scrittore francese Gauthier annota che i due si trovavano a Stresa nonostante a volte il tempo fosse bruttissimo, e le loro conversazioni infinite fossero rivolte a temi molto profondi, il più delle volte parlando dell’eternità. Manzoni nel 1855 fu testimone della fine dell’amico e ne raccolse l’eredità spirituale che possiamo racchiudere in tre parole, adorare, tacere e godere.
Nel 1877 villa Bolongaro passò alla duchessa Elisabetta di Genova, e da quel momento prese il nome di villa Ducale, la duchessa originaria di Sassonia e madre di Margherita, che sposando Umberto I diventerà Regina d’Italia, in suo onore per festeggiare la sua prima comunione gli stresiani crearono le margheritine di Stresa, biscotti rimasti ancora oggi il simbolo della cittadina.
In breve tempo la villa Ducale diventa ritrovo di re. principi e sovrani, tra cui re Giovanni Nepomuceno di Sassonia (padre di Margherita), Vittorio Emanuele II, la piccola regina di Haiti, la regina di Baviera e la regina di Rumenia. Nel 1942 il padre rosminiano Giovanni Pusineri, racconta il clima di quelle visite; c’è ancora a Stresa di quelli, non certo di primo pelo, che rammentano il solenne ricevimento che si faceva all’augusta Regina e all’erede del trono, all’avvicinarsi del battello Verbano, posti sulla riva del lago, tuonavano i cannoni, s’intonava la marcia Reale, e le autorità del luogo con la popolazione di Stresa e dei dintorni, facevano a gara per tributare il loro omaggio agli amatissimi e benefici ospiti.
L’ultimo piano della villa venne rifatto più volte, e nel 1990 con il permesso della regione piemonte, vennero rifatti sia l’interno che l’esterno, oggi il visitatore può ammirare ancora alcune tracce del fasto di un tempo. affreschi a soggetto mitologico, un’ampia scala a due rampe in granito rosa, ringhiere in ferro battuto, pitture neoclassiche, affreschi, ornamenti a fiori dipinti, e pavimenti ad intarsio.
Il giardino che circonda la villa misura circa 13,000 metri quadrati, nel quale prosperano numerose specie di pante locali ed esotiche, tra le quali un imponente cedro deodara che è stato trapiantato già grandicello dal giardino del castello di Agliè nel 1860, oggi la circonferenza del suo tronco misura più di 7 metri.
Per chiunque si rechi sul lungolago di Stresa la vista del palazzo Ducale mostra i fasti passati; nel suo giardino d’estate ha luogo una mostra di quadri in bella esposizione.