Escursioni e itinerari
Villa Taranto
Era il 1930 quando l’arciere della regina d’Inghilterra, Neil Mc Eacharn, acquistò una villa con parco sul lago Maggiore con il preciso intento di trasformarlo in un meraviglioso giardino botanico, con piante provenienti da tutto il mondo. Il nome deriva da un antenato del capitano, il maresciallo Mc Donald, nominato duca di Taranto da Napoleone. Quello che era un bosco di castagni venne trasformato in un percorso ricco di fioriture, rarità botaniche, fontane, statue per una lunghezza di 7 Km. Tutto il resto della sua vita, il capitano Mc Eacharn lo dedicò alle sue due grandi passioni, i viaggi, durante i quali acquistava piante e semi di ogni specie, e la botanica. Alla sua morte donò i giardini e la villa Taranto allo stato Italiano, esprimendo il desiderio che la sua opera avesse continuità.
I giardini di Villa Taranto sono ancora oggi uno spettacolo incredibile, aprono al pubblico dal primo aprile a fine ottobre, mentre la villa è adibita a sede della prefettura della provincia di Verbania.
Villa Taranto
I giardini botanici
Abbandonate le Isole Borromee, un’altra perla attende la nostra visita sul Lago Maggiore. In pochi minuti di motoscafo, raggiungiamo, a Verbania Pallanza, i giardini botanici della Villa Taranto, tra i più importanti in Europa, una vera e propria delizia per gli amanti della natura.
I giardini, oggi gestiti da un apposito ente, si trovano alla base della panoramica collina della Castagnola e sono nati grazie alla passione di un botanico, il Capitano scozzese Neil Mc Eacharn, che fu arciere della regina Vittoria d’Inghilterra. Singolare è proprio la storia della loro nascita: nel 1930, si dice che egli viaggiasse in vagone letto tra Venezia e Londra; mentre il treno correva lungo le rive del Lago Maggiore, il Capitano lesse tra le pagine del “Times” un annuncio di vendita a Pallanza di una grande villa, scese alla stazione più vicina e visitandola, capì subito che in questo luogo magico, tra lago e collina, avrebbe potuto realizzare il suo sogno: quella di costituire un ambiente dove poter far acclimatare una collezione più ricca possibile di pregiate essenze provenienti da tutto il mondo e raccolte dal Mc Eacharn nei suoi numerosi viaggi. In principio, esisteva solo la villa fatta costruire da un conte milanese Orsetti nella seconda metà dell’ottocento. Il capitano ne acquistò la proprietà dai marchesi di Sant’Elia e cominciò immediatamente a realizzare quello che oggi noi possiamo ammirare come uno dei più completi giardini botanici al mondo, che oggi copre una superficie di circa 20 ettari con la presenza di oltre 20.000 specie diverse e dove vi lavorano tutto l’anno almeno una ventina di giardinieri.
La nostra visita parte, dopo la biglietteria, alla cui destra campeggia una grande quercia del 1938, con il Viale delle Conifere (ogni parte del giardino presenta una diversa caratterizzazione botanica). A sinistra, il viale è contornato da coloratissime aiuole con prato all’inglese e con fioriture stagionali a basso portamento, partendo da viole, primule e narcisi a primavera; sono le c.d. bordure miste. Più avanti, troviamo la Metasequoia proveniente dalla Cina e che ormai gli studiosi ritenevano solo un fossile di circa 200 milioni di anni fa non più riproducibile. Poi, negli anni 40’, furono riscoperti nuovi semi ed un esemplare oggi è presente anche a Villa Taranto. A proposito: sapete perché la villa si chiama così? Il nome deriva da una dedica del Capitano in memoria di un suo antenato, il Maresciallo Mc Donald, che Napoleone creò Duca di Taranto.
Proseguendo, troviamo numerose conifere giapponesi, una a forma di cespuglio molto particolare Cryptomeria Japonica Globosa e circa una cinquantina di felci arboree australiane denominate Dicksonia Antarctica dallo scopritore nel 700’, lo scienziato inglese James Dickson, che sono posizionate in una zona del parco molto ombreggiata ma che, d’inverno, devono essere tolte dal giardino e posizionate in serra per problemi dovuti a possibili basse temperature e gelate.
Ora svoltiamo a destra e, davanti a noi, scorgiamo una delle zone più affascinanti del giardino in rigoroso stile geometrico all’italiana con, in primo piano, la c.d. fontana dei putti e, sullo sfondo, la sagoma poligonale del Mausoleo dedicato al fondatore dei giardini. Circondati da prunus dalla primaverile rosa o bianca fioritura e da splendide aiuole fiorite, entriamo nel c.d. “labirinto”, dove tra la fine di Aprile ed i primi giorni di Maggio, dimorano la gran parte degli 80.000 bulbi di tulipano, la maggior parte provenienti dall’Olanda, che costituiscono una delle grandi attrattive stagionali del parco. In piena estate, Luglio ed Agosto, lo stesso labirinto diventa la sede di una ricca e colorata collezione di Dahlie, circa trecento. Al termine della passeggiata in questo piacevole serpentone, giungiamo alla serra della Viktoria Cruziana, splendido ed enorme ninfeo equatoriale proveniente dal Sud America.
Le piante è possibile trovarle a Villa Taranto durante l’estate. Le foglie della Viktoria hanno un diametro che può superare anche i due metri e la parte inferiore del suo lembo fogliare è solcata da una rete di solide nervature che, incrociandosi, formano dei vani quadrangolari dove l’aria viene trattenuta, permettendo così al grosso disco di galleggiare sulla superficie dell’acqua. Spettacolare è la fase dell’impollinazione in cui, nel tardo pomeriggio si aprono dei fiori con numerosi petali bianchi; si chiudono il mattino dopo per riaprirsi la sera, questa volta colorati di rosa che, nel corso della notte, vira al rosso intenso, mentre si compie la fase dell’impollinazione e fecondazione accompagnata da sviluppo di calore. Nella mattinata del secondo giorno, i fiori appassiscono e si immergono nell’acqua lasciando maturare i frutti. I fiori presentano un diametro di 30-50 cm. E non è infrequente osservare delle foto in cui un neonato può stare su una foglia di Viktoria galleggiando su di essa senza affondare. Proseguiamo la nostra visita, ancora tante meraviglie ci attendono. Prima di attraversare il Viale degli aceri, soffermiamoci su una pianta, alla nostra destra nel bosco, con il tronco diviso in tre parti, che ha una storia incredibile: si chiama Emmenopteris Henry e viene dalla Cina. Pensate che fu immessa nel parco negli anni 40’ ed è fiorita solo due volte: la prima, trent’anni dopo il suo arrivo e la seconda volta nel Luglio del 2005. Entrambe le volte richiamò studiosi da tutto il mondo. Il tempo di una breve ma significativa sosta per rendere omaggio al Capitano Mc Eacharn, sepolto dal 1964 nel mausoleo con i vetri sbalzati colorati con figure di fiori e ci ritroviamo nell’area più importante per i rododendri presenti nei giardini. Qui sul lago, alcune piante arrivano anche all’altezza di quindici metri. Continuando la passeggiata, troviamo davanti a noi un imponente castagno del 1600, probabilmente la più vecchia pianta ancora presente nel parco. Attraversiamo la suggestiva valletta e saliamo i gradini che ci conducono al grande prato posto di fronte alla Villa Taranto. La villa non è visitabile negli interni poiché sede della Prefettura provinciale. Il suo stile ottocentesco, con le finestre mansardate ed una cuspide ricorda molto stilisticamente la Francia del Nord. Lasciata la villa, attraversiamo il gradevole ponticello in pietra e cotto che sovrasta la valletta ed attraverso un pergolato con traversine in legno tek sormontato da uno splendido glicine giapponese dai fiori color violetto, davanti a noi, si spalanca la meravigliosa vista sulle terrazze del giardino in stile all’italiana, ricche di aiuole fiorite con pianticelle stagionali e solcate nel mezzo da una serie di cascatelle.
L’ultima di esse, presenta uno scorrere dosato dell’acqua da un muretto che diventa quasi una lastra di vetro. Lasciamo le terrazze alla nostra sinistra e passiamo intorno alla grande vasca che d’estate si anima con la fioritura di tanti fior di loto. Giungiamo infine all’inizio di un viale che viene denominato il Viale delle personalità, poiché ogni personaggio importante che ha visitato il parco ha lasciato una memoria di sé piantando un albero. Il più bello, ancora oggi, è un enorme Davidia involucrata od albero dei fazzoletti, piantato da un infante di Spagna nel 1938. Pianta originaria della Cina e che è in grado di raggiungere i venti metri d’altezza, deve il suo nome al missionario francese Armand David che la scoprì nel 1869 e si caratterizza per la bellezza dei suoi fiori, che, al tatto, sembrano dei lembi di stoffa bianco-crema.
Il tempo di scattare una foto panoramica dalla parte alta delle terrazze verso la villa e, sullo sfondo nelle giornate limpide, la vista della catena del Monte Rosa e siamo pronti a ridiscendere verso l’ingresso del parco, appagati da tanto ammirare una natura che qui a Villa Taranto, grazie anche alla mano dell’uomo, è riuscita ad esprimere ai massimi livelli la sua bellezza ed armoniosità.
Testo a cura di Luca Sconfienza, guida autorizzata per accompagnare gruppi ed individuali alla scoperta di Villa Taranto.